Per i gestori attivi, l’intelligenza artificiale (IA) promette grandi cambiamenti
che incideranno su molte posizioni nei portafogli. Intervista a Neil Robson,
Responsabile azioni globali presso Columbia Threadneedle.
IN BREVE
- Le “imprese superstar” che sfruttano con successo l’IA per ottenere straordinari vantaggi competitivi accresceranno notevolmente la loro redditività. Al contempo, i modelli di business di alcune imprese sottovalutate sono messi a dura prova, e molte di queste imprese potrebbero sparire nell’arco di 10 anni.
- Nei prossimi anni il progresso dell’IA è destinato ad accelerare, influenzando molti titoli di un portafoglio d’investimento.
- Un beneficio fondamentale dell’IA in molti settori sarà l’opportunità di realizzare guadagni di efficienza e di produttività. Incrementi di produttività relativamente modesti possono tradursi in aumenti nettamente maggiori della redditività del capitale investito.
- Altre aziende faranno leva sull’IA per accelerare la crescita dei ricavi sviluppando nuovi prodotti e servizi sulla base delle informazioni estratte dai dati che possiedono, generano e, in alcuni casi, acquistano.
- L’IA consoliderà la posizione dominante e la redditività superiore di poche imprese leader nei principali settori di business.
Nell’evoluzione accelerata dell’IA, i
vincitori conquisteranno sicuramente una
quota di mercato maggiore. Si pensi ad
Amazon, Google e Microsoft nel cloud
computing, un’infrastruttura vitale per
l’IA. Questi colossi dominano un settore
che si appresta a crescere rapidamente
in quanto l’IA ne velocizza l’adozione, e
le loro dimensioni sono tali che i nuovi
entranti faticano a competere.
Nella maggior parte degli altri settori, i
principali vincitori dell’IA sono più difficili
da identificare; ciò nonostante, il loro
potenziale è enorme. L’IA ha il potere di
trasformare la produttività e dare un forte
impulso ai ricavi. Da questo punto di
vista, l’adozione dell’IA condurrà in effetti
a una maggiore dispersione dei risultati
per le imprese e i loro azionisti, poiché le
aziende di successo accumulano i loro
vantaggi competitivi nel tempo.
“Con lo sviluppo dell’IA, le aziende
in grado di adattarsi hanno maggiori
probabilità di accelerare questa tendenza
(di performance divergenti) piuttosto
che registrare una sorta di ritorno
verso la media”, afferma Neil Robson,
Responsabile azioni globali presso
Columbia Threadneedle Investments.
“In termini di stili growth e value, il
vero messaggio è che assistiamo a un
cambiamento sottostante e che per molte
imprese accadrà l’opposto, ovvero i loro
modelli di business andranno incontro a
gravi difficoltà. Un gran numero di azioni
value è affetto da problemi importanti;
non sappiamo se tra 10 anni molte di
queste società esisteranno ancora.”
In termini di applicazioni commerciali,
l’IA rimane in una fase precoce: molti
“vincitori dell’IA” devono ancora emergere
e alcuni settori che a lungo andare
saranno trasformati dall’IA non ne
sono ancora stati influenzati. Tuttavia,
Robson ritiene che nei prossimi anni il
progresso dell’IA registrerà una notevole
accelerazione e che almeno alcune
delle dinamiche caratterizzanti di questo
processo siano già visibili.
Una rivoluzione sul fronte della produttività
Un importante beneficio dell’IA in molti
settori sarà l’opportunità di realizzare
guadagni di efficienza e di produttività,
utilizzando la tecnologia anziché il
cervello umano per prendere decisioni
cruciali in tempo reale. Si è già scritto
molto sulla possibilità di automatizzare
molte mansioni amministrative di routine
in settori come quello bancario. Tuttavia,
Robson evidenzia anche la capacità
dell’IA di trasformare l’efficienza in
contesti industriali ad alta intensità di
capitale, dove i suoi effetti potrebbero
essere significativi.
Robson cita l’esempio degli impianti di
fabbricazione di semiconduttori, che sono
già altamente automatizzati, riguardo
ai quali Intel ha tuttavia suggerito che
un processo decisionale basato sull’IA
permetterebbe di automatizzare l’intera
produzione di chip, con un guadagno
incrementale di produttività del 2-3%.
“Un aumento del 2-3% nella produzione di una fabbrica di semiconduttori
permetterebbe di innalzare la redditività
del capitale investito dal 17-19% al 30%.
Parliamo di un guadagno di notevole
entità.”
Analogamente, Robson fa l’esempio di
una piccola impresa che produce sistemi
di controllo automatizzati assimilabili
all’IA per applicazioni industriali,
comprese le raffinerie. Aggregando
i dati di prezzo in tempo reale per la
gamma di prodotti che può ottenere
da un barile di greggio, la raffineria può
ottimizzare il processo di raffinazione per
massimizzare i prodotti derivati da ogni
barile sottoposto a lavorazione. Anche in
questo caso, il progresso costante dei
sistemi tecnologici verso l’automazione
intelligente può consentire una migliore
gestione di processi complessi e favorire
significativi guadagni di efficienza.
Nei settori con un elevato fabbisogno di
capitale, un aumento anche modesto
della produttività può trasformare il profilo
economico delle imprese leader.
Oltre a ottimizzare le principali operazioni
aziendali, Robson suggerisce che l’IA
cambierà profondamente pratiche
aziendali quasi universali come l’attività
di previsione, che oggi spesso consiste
nell’inserire manualmente informazioni
in fogli di calcolo complessi e soggetti
a errori. A suo dire, la progressiva
automatizzazione di questo processo
cambierà il modo in cui le aziende si
comportano. “L’IA permette a qualsiasi
settore o impresa di formulare ogni
genere di previsione in modo più efficace,
veloce ed economico. Un’attività che può
essere svolta in maniera più efficace,
veloce ed economica sarà probabilmente
effettuata più spesso. Ritengo quindi che
la quantità di previsioni e modellizzazioni
sia destinata ad aumentare.” Se le
aziende possono ridurre la necessità di
un intervento umano, potenziare le loro
capacità di previsione e migliorare i loro
risultati, i benefici dovrebbero essere
significativi.
Aumento previsto della produttività del lavoro con l’IA entro il 2035
Fonte: Accenture e Frontier Economics, settembre 2016.
Aumento percentuale della produttività del lavoro con l’IA rispetto ai livelli di produttività di base previsti per il 2035.
Accelerazione della crescita dei ricavi
Secondo Robson, la seconda grande
fonte di guadagni prodotti dall’IA verrà
dalla possibilità di accelerare la crescita
dei ricavi, sviluppando nuovi prodotti
e servizi basati su dati che le aziende
possiedono, generano e, in alcuni casi,
acquistano per espandere le risorse
di loro proprietà. I risultati di questo
processo sono ancora lontani nel tempo
e, in questa fase, è difficile prevedere gli
esiti delle attività di R&S e di sviluppo dei
prodotti potenziati dall’IA. Tuttavia, a suo
dire, le potenziali opportunità in questo
campo sono ragguardevoli.
I nuovi prodotti e servizi di successo
potrebbero condurre a una crescita
significativa dei ricavi. Tuttavia, Robson
sottolinea anche che per applicare
efficacemente l’IA ai propri dati e attingere
a nuove fonti di valore, le imprese non
avranno altra scelta che trasferire i
propri dati da silos aziendali in “data
lake” centrali, che molto probabilmente
saranno ospitati sul cloud pubblico.
Questa transizione comporta un duplice
beneficio: oltre a rendere tutti i dati
dell’azienda accessibili con l’IA in un
unico posto, facilitando il processo di
sviluppo dei prodotti, l’accentramento
dei dati riduce sensibilmente i costi
dell’infrastruttura tecnologica aziendale.
“Con il passaggio alle soluzioni cloud, si
riduce la struttura dei costi (informatici)
dell’impresa di almeno il 20% e si ha
la possibilità di innovare e sviluppare
nuovi prodotti, perché tutti i dati sono
conservati in un unico posto”, spiega
Robson. “Ciò potrebbe rendere tali dati
ancora più preziosi, consentendo a
chi li possiede di far pagare un prezzo
più alto.” Un’efficace adozione dell’IA
offre quindi la possibilità di sviluppare
prodotti e servizi che generano maggiori
ricavi, beneficiando al contempo di
una riduzione dei costi tecnologici.
Ciò segnala un altro canale attraverso
il quale l’IA potrebbe migliorare la
redditività del capitale investito di chi
saprà adottarla con successo.
I frutti dell’IA: un aumento comprovato del valore
Fonte: Accenture, 2019.
https://www.accenture.com/_acnmedia/Thought-Leadership-Assets/PDF-2/Accenture-Built-to-Scale-PDF-Report.pdf#zoom=50
Considerati nel loro insieme, i previsti
benefici dell’applicazione dell’IA a
molteplici processi aziendali dovrebbero
tradursi in importanti guadagni in
termini di efficienza operativa e crescita
dei ricavi per le imprese più brillanti.
Questa dinamica dovrebbe rafforzare
una tendenza evidente già da tempo,
in cui un sottoinsieme di quelle che la
società di consulenza McKinsey chiama
“imprese superstar” acquisisce un
vantaggio crescente su tutte le altre in
termini di ROE. Robson suggerisce che i
guadagni di competitività prodotti dall’IA
accentueranno l’asimmetria dei ROE a
favore delle aziende del decile superiore,
concentrandoli ulteriormente tra le
imprese leader.
Chi sono i vincitori?
L’IA si presta a un gamma di applicazioni
a dir poco diversificata: da un forno
abilitato dall’IA che decide come
cucinare qualsiasi cosa venga posta al
suo interno, all’uso della tecnologia di
riconoscimento facciale per combattere
il traffico di bambini. “Leggendo i casi
d’uso, ci si rende conto che l’IA diventerà
onnipresente: ogni singolo titolo di ogni
portafoglio ne sarà in qualche modo
influenzato”, sostiene Robson.
Allo stesso modo, con la maturazione
di altre tecnologie come le reti wireless
5G, prolifereranno le opportunità di
applicare una “componente di IA” a nuovi,
enormi flussi di dati, come quelli generati
dalle reti di sensori abilitati dalla rete 5G
che formeranno l’”Internet delle cose”.
Dalle reti di trasporto, energia e
comunicazione a quasi tutti i processi di
fabbricazione, il campo di applicazione
delle decisioni in tempo reale basate
sull’IA aumenterà notevolmente.
Parallelamente, emergeranno nuovi
prodotti e cambieranno i comportamenti
dei consumatori. Robson paragona questi
sviluppi futuri ai cambiamenti seguiti
al passaggio dalle reti 3G a quelle 4G,
abilitate per il traffico dati. “Chi l’avrebbe
mai detto che telefonare non sarebbe più
stato nemmeno tra le prime 10 operazioni
che facciamo ogni giorno con il nostro
smartphone?”
A suo giudizio, i prossimi tre anni saranno
un periodo caratterizzato dalla costruzione
dell’infrastruttura per l’IA, compresa
un’adozione più diffusa del cloud
computing, l’introduzione delle reti 5G
e maggiori sforzi da parte delle aziende
per aggregare e strutturare i loro dati.
Individuare i potenziali vincitori di questa
fase è relativamente facile. I grandi
proprietari di dati si trovano in un’ottima
posizione, soprattutto se possono
utilizzare l’IA per migliorare la loro offerta
di analisi dei dati, suggerisce Robson,
al pari dei principali fornitori di hardware
essenziale come NVIDIA, produttore
dei più importanti chip programmabili
utilizzati per l’apprendimento automatico.
Analogamente, Robson ritiene che
i leader esistenti in campi come
l’automazione industriale (ad es. la
giapponese Keyence) o il sequenziamento
genetico (ad es. la statunitense Illumina)
possono utilizzare l’IA per potenziare i
loro vantaggi competitivi esistenti.
Tuttavia, i vincitori più evidenti sono
gli oligopolisti che dominano il cloud
computing: Amazon e Microsoft in primis,
seguiti da Google. “La spesa totale
delle imprese per l’informatica supera
i 1.000 miliardi di dollari all’anno; nel
2020 Amazon Web Services aveva un
fatturato annuo di circa 45 miliardi di
dollari, mentre Microsoft ha registrato una
crescita del 50%. Nell’insieme, il loro giro
d’affari potrebbe essere superiore a 80
miliardi di dollari. Questa cifra è destinata
a superare i 500 miliardi di dollari, e
non vedo attualmente nuovi potenziali
concorrenti in questo settore. È quasi
impossibile entrare, perché si andrebbe
incontro a un’emorragia di denaro.”
Secondo Robson, anche se Google
rimane indietro rispetto ai primi due
fornitori di servizi cloud, l’adozione dell’IA
potrebbe rafforzare la sua posizione,
poiché la società potrebbe sfruttare i
significativi investimenti effettuati nelle
competenze di IA per offrire servizi cloud
arricchiti di strumenti di IA, secondo un
modello di “IA come servizio” (AI as a
Service). “Molte aziende ci segnalano
un rinnovato interesse per Google in
ragione dei suoi strumenti di IA. Con la
transizione verso l’intelligenza artificiale,
il servizio cloud di Google dovrebbe
migliorare.” Con la progressiva diffusione
dell’IA, il ROE dei principali fornitori di
servizi cloud si stabilizzerà probabilmente
intorno al 36-39%, consolidando
ulteriormente la loro sovraperformance a
lungo termine.
Quanto è grande la minaccia posta da
questi colossi tecnologici alle aziende leader di altri settori? Vi sono rischi
evidenti, suggerisce Robson, ad esempio
nelle ambizioni di Google sul fronte dei
veicoli autonomi. Se Google diventasse il
fornitore dominante di sistemi di controllo
per veicoli autonomi, gli effetti potrebbero
essere dirompenti. Con un costo di
licenza di 3.000 dollari a veicolo, Google
eroderebbe l’intero margine EBITDA del
tipico produttore di apparecchiature
originali per l’industria automobilistica,
che si attesta al 12% circa. “È in atto
un cambiamento nella catena del
valore. Probabilmente non sarà molto
pronunciato, ma si tratta comunque di un
cambiamento che gli investitori devono
assolutamente comprendere a fondo.”
I veicoli autonomi rappresentano per
i colossi tecnologici un’opportunità di
mercato globale di entità paragonabile
a quella colta da Microsoft nei sistemi
operativi per personal computer. In altri
ambiti, tuttavia, secondo Robson è molto
più difficile che questi giganti riescano a
spiazzare gli specialisti di settore, poiché
non possiedono i dati o le conoscenze
specifiche che servono per competere
efficacemente. I colossi tecnologici
forniranno piuttosto l’infrastruttura e gli
strumenti abilitanti, anziché tentare di
dominare l’intera catena del valore.
La sfida per gli investitori, quindi, sarà
sempre la stessa: capire quali aziende
hanno i maggiori vantaggi competitivi e
sono meglio posizionate per beneficiare
delle dinamiche in atto nei rispettivi
settori. “È facile identificare i fornitori di
dati, i fornitori di strumenti e i colossi
tecnologici che trarranno il massimo
beneficio dall’IA”, afferma Robinson.
“Se tuttavia rivolgiamo lo sguardo ad altri
settori, la faccenda si fa più complessa.
Chi otterrà i migliori risultati in ambito
bancario? Saranno le banche esistenti,
o qualcuno di esterno? Per questo è
essenziale che gli investitori instaurino
un dialogo con le aziende, per capire
come si stanno effettivamente
muovendo.”