Riassunto del video
- L’annuncio del governo di Pechino di un pacchetto di salvataggio di 278 miliardi di dollari ha dato una spinta alle azioni cinesi.
- Nel lungo termine i fondamentali economici rimarranno il principale motore di sviluppo; tuttavia, la deflazione rappresenta ancora un problema, così come la bolla immobiliare che dovrà essere disinnescata dalle autorità.
- Nonostante le sfide imminenti, la Cina rimane un potenziale beneficiario di una pianificazione strategica a lungo termine incentrata su temi quali l’energia pulita.
- Le azioni giapponesi continuano a beneficiare dei progressi in corso nella governance aziendale, nonché dell’uscita graduale del paese dalla deflazione.
- Malgrado alcune preoccupazioni legate all’apprezzamento dello yen, le prospettive per il Giappone rimangono complessivamente positive.
Nell’ultimo anno, nonostante l’incremento dei rendimenti obbligazionari, evidenziato da un aumento dello 0,2% nel tasso decennale statunitense, i mercati azionari globali hanno mostrano una notevole resilienza. Al momento, i dati macroeconomici rafforzano la prospettiva di un “soft landing” negli Stati Uniti grazie ad una crescita sostenuta; allo stesso modo la solidità dei profitti aggregati dell’S&P nel quarto trimestre del 2023 ha contribuito a consolidare questo quadro positivo.
La scorsa settimana, dopo un inizio incerto, le azioni cinesi hanno ricevuto un impulso, quanto mai necessario, a seguito di una serie di annunci di politica economica. Le notizie parlano di un possibile pacchetto di salvataggio del mercato azionario pari a 278 miliardi di dollari, che permetterebbe ai decisori politici di attingere ai conti offshore delle imprese di proprietà statale; a questi annunci è seguito poi l’impegno del nuovo governatore della banca centrale ad accelerare un allentamento della politica monetaria. In particolare, la riduzione dello 0,5% del livello di riserve bancarie richiesto, ovvero della percentuale di depositi che le banche devono mantenere come riserva, ha catalizzato la performance giornaliera più forte nell’indice CSI 300 di questo mese. Tuttavia, lo stesso indice rimane notevolmente al di sotto del suo picco del 2021. La settimana passata è stata caratterizzata da un aumento dell’interesse degli investitori nell’utilizzo di opzioni per sfruttare il potenziale rialzista delle azioni cinesi. Il taglio del rapporto di riserva obbligatoria segue una tendenza di lunga data risalente al 2011. Sebbene la sua efficacia nel stimolare l’economia o il mercato azionario sia stata altalenante, funge da strumento per regolare la liquidità. Al momento, infatti, tagli significativi dei tassi di interesse sono improbabili a causa delle preoccupazioni riguardo l’impatto negativo che questi potrebbero generare sui margini bancari e su una svalutazione della valuta cinese.
I fondamentali economici rimarranno probabilmente il principale motore che determinerà le performance azionarie a lungo termine della Cina. A tal proposito, la deflazione resta un problema urgente, richiedendo alle autorità di gestire con grande attenzione il delicato compito di disinnescare la bolla immobiliare senza ricorrere a stimoli eccessivi. I decisori politici stanno attivamente ristrutturando l’economia, con l’obbiettivo di renderla sempre meno dipendente dal settore immobiliare, orientandola verso la manifattura avanzata e adottando misure fiscali in grado di mantenere una crescita economica accettabile.
L’apertura della Cina verso nuove tecnologie, quali l’energia pulita, rappresenta una chiara volontà di rottura con modelli economici più datati. Nonostante le imminenti sfide quali la riduzione del debito e le barriere commerciali, si evidenzia un chiaro impegno da parte della Cina nel voler superare le difficoltà nel breve termine al fine di ottenere potenziali guadagni nel lungo termine. Il successo della rivoluzione dei veicoli elettrici testimonia la validità di questa strategia. In questo contesto, potrebbe essere opportuno considerare più attentamente le azioni tecnologiche cinesi che sono attualmente sottovalutate. Tuttavia, è fondamentale tenere presente che solitamente i rally di mercato legati a meri proclami politici tendono a dissolversi rapidamente; pertanto, sarà fondamentale un’effettiva messa in atto delle politiche annunciate.
A differenza della Cina, le azioni giapponesi hanno registrato una performance superiore rispetto alle loro controparti cinesi sia nell’ultimo mese che, in particolare, nell’ultimo anno. La nostra posizione positiva sul Giappone è giustificata dai benefici previsti dal suo graduale superamento della deflazione e dai continui miglioramenti sul fronte della governance aziendale. Infatti, il rafforzamento della governance, sostenuto da rigorose linee guida dettate dalla Borsa di Tokyo, sta favorendo la creazione di valore e incoraggiando le società a dare priorità all’efficienza del capitale, massimizzando il rendimento del capitale proprio. A tal proposito, l’ultimo rapporto sulla governance ha rivelato che quasi la metà delle aziende quotate ha intrapreso azioni in questa direzione. Da questo punto di vista, le sfide demografiche in Giappone potrebbero ironicamente trasformarsi in opportunità, in quanto le aziende sono costrette a potenziare la produttività in presenza di una carenza di manodopera, rafforzando potenzialmente i margini.
Da un punto di vista macroeconomico, le prospettive di un possibile miglioramento del comparto delle macchine utensili sono di buon auspicio per il Giappone, in particolare per i settori industriale, tecnologico e automobilistico. Inoltre, mentre il comparto dei macchinari industriali sembra aver toccato il fondo, il settore tecnologico è pronto per un nuovo ciclo di crescita. Nonostante le buone performance registrate dalle aziende automobilistiche durante lo scorso anno, l’ottimismo è in parte ridotto dal fatto che il ciclo di ripresa post-COVID sia ormai giunto a maturazione. È interessante notare come il Giappone, tradizionalmente protagonista del ciclo economico globale, mostri attualmente un grado di resilienza meno dipendente dalle fluttuazioni economiche esterne. Le forze congiunte dell’uscita dalla deflazione, dell’aumento dei salari e dell’apprezzamento dei prezzi delle case contribuiscono ad uno scenario economico complessivamente positivo per il Giappone.
Le preoccupazioni per l’apprezzamento dello yen permangono, ma il suo impatto dipenderà dal contesto economico globale. Se tale apprezzamento si verificasse in concomitanza con una robusta domanda globale di beni durevoli, i benefici potrebbero superare i potenziali ostacoli derivanti da una valuta più forte. Tuttavia, qualora l’apprezzamento avvenisse in concomitanza con una significativa contrazione dell’economia globale, potrebbe verificarsi una notevole pressione sui profitti. Come Columbia Threadneedle preferiamo mantenere un’esposizione all’azionario giapponese senza copertura valutaria.