Mentre la parola “inflazione” ha nuovamente catalizzato l’attenzione dei mercati nel T4 2021, a dicembre un nuovo termine ha rubato la scena: Omicron. Poco dopo essere stata identificata da alcuni scienziati sudafricani, questa mutazione del Covid-19 ha iniziato a diffondersi con rapidità. I paesi di tutto il mondo sono stati presi dal panico e hanno vietato l’ingresso a tutti i visitatori provenienti dall’Africa subsahariana, inclusa la mia famiglia che sarebbe dovuta arrivare a Natale, scrive Pauline Grange.
I mercati hanno inizialmente perso terreno a fronte dell’acuirsi dei timori che questa ennesima ondata di Covid potesse nuovamente penalizzare le economie globali. Tuttavia, con l’arrivo delle prime notizie sulla relativa mitezza di Omicron, si è fatta strada una nuova idea: il Covid potrebbe trasformarsi da una pandemia a un virus endemico più gestibile. Ciò ha rappresentato uno sviluppo positivo per la crescita e i mercati economici globali… e anche per la mia famiglia che alla fine è potuta venire a trovarmi.
Ciononostante, con l’aumento dell’inflazione nel corso del trimestre, la Federal Reserve statunitense ha rimosso un aggettivo molto potente dal linguaggio utilizzato per descrivere questo fenomeno, “transitoria”, promettendo inoltre l’inizio dell’inasprimento monetario.
La prospettiva di politiche monetarie meno accomodanti da parte delle banche centrali di tutto il mondo ha scatenato il panico sui mercati, che hanno registrato una rotazione dai titoli growth a più lunga duration verso le azioni value con duration più breve. Questo movimento è iniziato alla fine del trimestre e ha subito un’accelerazione nel 2022. Nonostante il periodo impegnativo, la strategia Sustainable Outcomes Global Equities è riuscita a sovraperformare il benchmark nel quarto trimestre, guadagnando il 7,1% (al lordo delle commissioni) rispetto all’MSCI ACWI (+6,3%).
Fatta eccezione per le interruzioni lungo le catene produttive, le carenze di manodopera, le crisi energetiche e le varianti del Covid-19, il 2021 è stato un altro anno caratterizzato da molteplici sviluppi positivi sul fronte ESG (fattori ambientali, sociali e di governance): l’approvazione del disegno di legge bipartisan sulle infrastrutture da USD 1,2 miliardi del presidente Biden negli Stati Uniti e del Green Deal europeo da EUR 1.000 miliardi; l’entrata in vigore di un nuovo regolamento europeo sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (l’SFDR) e della tassonomia dell’UE; e la conferenza COP26 in occasione della quale i leader mondiali si sono riuniti per discutere del cambiamento climatico. Inoltre, a fine anno il 90% del PIL mondiale era coperto da obiettivi di azzeramento netto, che attualmente includono i due maggiori emittenti mondiali di carbonio, Stati Uniti e Cina.1
Jess Williams, che ha partecipato alla COP26, ha una visione molto più positiva sui progressi compiuti alla conferenza rispetto a quanto riportato dalla stampa. Benché alla fine siano stati i giochi al ribasso messi in campo all’ultimo minuto dalle delegazioni indiana e cinese a fare notizia, il risultato principale è la conferma del successo del cosiddetto “meccanismo al rialzo” deciso dall’Accordo di Parigi del 2015. Si tratta di un termine informale utilizzato per descrivere il requisito in base al quale i paesi sono tenuti a rivedere e comunicare i propri obiettivi di emissione, noti come contributi determinati a livello nazionale (nationally determined contributions o NDC). Gli impegni nazionali hanno ridotto le temperature previste di 0,3 °C e, con l’accelerazione del meccanismo al rialzo da cicli quinquennali a cicli di un anno, questi impegni dovranno essere aggiornati entro la COP27 del prossimo anno che si terrà in Egitto (Grafico 1).
Grafico 1: Impegni, target e implicazioni
Fonte: Climate Action Tracker/Guardian, novembre 2021.
Uno dei principali risultati è il cambio di enfasi di questi incontri: si è parlato molto meno dell’obiettivo di 2 °C entro il 2050 e molto di più del target di 1,5 °C entro il 2030. Questo cambiamento allinea le discussioni politiche con quelle scientifiche, in base alle quali è necessario ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2010) al fine di contenere l’aumento delle temperature a 1,5 gradi.2
Altri sviluppi salienti della COP263 hanno riguardato:
- Metano: 109 paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030. Nonostante il carbonio catalizzi maggiormente l’attenzione della stampa, agire sul metano è un modo più rapido per raggiungere gli obiettivi climatici, poiché si tratta di un gas serra più potente (è 80 volte più dannoso della CO2 su un orizzonte di 20 anni) e ha una minore durata di vita nell’atmosfera. L’ONU stima che un calo del 45% delle emissioni di metano entro il 2030 ridurrebbe il riscaldamento globale di 0,5 °C entro il 2040.
- Deforestazione: 130 paesi si sono impegnati collettivamente a interrompere e a invertire la deforestazione e il degrado del territorio entro il 2030.
- Mobilità verde: un gruppo di aziende e nazioni è al lavoro per conseguire l’obiettivo del 100% delle vendite per i veicoli elettrici entro il 2035.nScambio delle emissioni: le regole sullo scambio delle quote di emissione sono state finalizzate, con implicazioni sia per i titoli sovrani sia per quelli societari.
Purtroppo, quest’anno ha riservato anche alcune delusioni sul fronte ambientale. In base alle aspettative avremmo dovuto raggiungere il picco di generazione di energia da carbone nel 2018, ma nel 2021 la produzione di carbone è di fatto aumentata del 9% a livello globale.4 I rincari dei prezzi del gas naturale uniti ad una vigorosa ripresa economica post-Covid hanno provocato un’impennata della produzione di carbone in Cina e in India, mentre l’uso di questo materiale negli Stati Uniti ha ripreso a salire per la prima volta dal 2014 (+17%).5 Purtroppo ciò ha fatto tornare le emissioni globali ai massimi pre-2020.
I dati mostrano anche che il 2021 è stato più caldo di tutti gli anni fino al 2015 ed uno dei sette anni più caldi mai registrati.6 Ciò è particolarmente preoccupante se si considera che il 2021 ha visto il ritorno della Niña, un fenomeno che normalmente contribuisce a un calo delle temperature. Inoltre, per il terzo anno consecutivo, le temperature degli oceani sono salite su valori mai visti prima.7
Il World Economic Forum ha pubblicato il Global Risks Report 2022, nel quale ha messo seriamente in guarda l’umanità: il rapporto ha infatti sottolineato che un mancato intervento sul fronte del cambiamento climatico rappresenterebbe il maggiore rischio globale che il pianeta dovrà affrontare nei prossimi 10 anni, seguito da condizioni meteorologiche estreme e dalla perdita di biodiversità.
Alla luce di questa minaccia, è deludente notare che i governi globali non hanno ancora attuato misure urgenti. Da un rapporto pubblicato alla COP26 dall’Università di Oxford emerge che solo il 10% del PIL globale è coperto da obiettivi di azzeramento netto ambiziosi supportati da piani chiari.8 In fatto di neutralità carbonica, è tempo di passare dalle parole ai fatti.
Nel corso del quarto trimestre molte nostre partecipate9 hanno fornito aggiornamenti positivi:
- Microsoft ha tenuto un evento sulla sostenibilità in cui ha annunciato piani per ridurre del 95% il consumo di acqua nei suoi data center entro il 2024, ossia di circa 5,7 miliardi di litri d’acqua a livello globale, con un obiettivo più ampio di diventare “water positive” (cioè, ricostituire più acqua di quanta ne utilizza) entro il 2030.10 I piani per raggiungere questo traguardo includono lo sviluppo di soluzioni su misura per la riduzione del consumo idrico nei diversi contesti in cui opera, a partire dal piantare un’area boschiva e costituire terreni acquitrinosi nelle zone pianeggianti attorno al suo data center nell’Olanda settentrionale. La società sta inoltre portando avanti la propria ricerca nel raffreddamento a immersione liquida, con l’obiettivo di mettere a punto opzioni di raffreddamento senza acqua. Microsoft ha altresì annunciato di essere sulla buona strada per raggiungere il riutilizzo del 90% dei materiali elettronici tramite altri centri Microsoft Circular.
- Adidas ha ricevuto l’eccezionale punteggio di valutazione ESG di 85 da S&P, il che la colloca al sesto posso nell’intero S&P Global Rating Universe.11 Nella sua valutazione, S&P ha sottolineato la posizione di leader del settore della società per via del suo approccio in termini di innovazione, gestione della catena di produzione e engagement dei consumatori. Sono state lodate le sue ambizioni di incrementare l’uso di materiali sostenibili, espandere i servizi circolari e conseguire risultati in linea con gli ambiziosi obiettivi di azzeramento delle emissioni nette.
- Orsted ha concluso l’anno all’insegna del vigore, avendo presentato l’offerta vincente per lo sviluppo di un parco eolico offshore nel Maryland (USA), che avrà una capacità di 846 megawatt e fornirà elettricità verde sufficiente per alimentare 250.000 abitazioni. Ciò fa salire la capacità eolica offshore di Orsted nel 2021 a 4,5 gigawatt (GW) e la sua capacità eolica offshore globale a quasi 20 GW, consentendole di mantenere la sua posizione di leader del mercato nel settore dell’eolico offshore a circa il 30%. A giugno la società ha annunciato piani per incrementare la sua capacità eolica offshore a 30GW entro il 2030, e attualmente è in anticipo sulla tabella di marcia per il raggiungimento di questo obiettivo.12</sup.
- Croda ha annunciato la vendita della maggior parte delle tecnologie di performance e delle attività chimiche industriali a Cargill Velocity per EUR 915 milioni, a seguito di una revisione strategica condotta nel 2021. Ciò consentirà a Croda di trasformarsi in una società specializzata nella cura dei consumatori e nelle scienze della vita, aree caratterizzate da una crescita più rapida e più sostenibile. L’impresa può ora dedicare il proprio capitale e le proprie risorse alla fornitura di soluzioni sostenibili per i consumatori, alla salute e alle tecnologie di protezione delle colture.13
- Bovaer, un additivo per mangimi prodotto da DSM che riduce le emissioni di metano enterico dei ruminanti di oltre il 30%, ha ricevuto la prima autorizzazione per il lancio sul mercato lattiero-caseario e della carne bovina in Sud America (Brasile e Cile), mentre in Europa ha ricevuto un “feedback positivo”, che di solito rappresenta la fase precedente all’approvazione formale. I miliardi di mucche utilizzate nelle industrie globali della carne e dei prodotti lattiero-caseari sono responsabili di circa il 44% delle emissioni di metano globali. Se l’industria zootecnica globale fosse un paese, sarebbe il terzo maggiore responsabile delle emissioni di gas serra al mondo tra Stati Uniti e India!14 Pertanto, Bovaer potrebbe produrre un forte impatto positivo contribuendo a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione per il metano.
Punti salienti in materia di engagement, 4T21
Nuova società aggiunta, 4T21
Abbiamo aperto una nuova posizione nella strategia:17
Threadneedle Global Sustainable Equity Composite
Relazione GIPS: Columbia Threadneedle Investments EMEA APAC
APACValuta di riferimento: USD
Presentazione della performance