Punti chiave
- Abbiamo rivisto al ribasso la nostra previsione sui tassi di insolvenza del credito high yield globale, dal 4,1% al 2,7%.
- Il miglioramento riflette il completamento di processi di ristrutturazione e di operazioni di liability management (LME) intervenute dall’ultima previsione.
- Anche la riduzione dell’incertezza sui dazi ha contribuito a questo miglioramento, sebbene si osservino alcune difficoltà nei settori del retail e dell’industria di base.
La nostra previsione dei tassi di default, ponderata per valore nominale, sul credito high yield globale è migliorata al 2,7% (dal 4,1% dell’aprile 2025) per i prossimi 12 mesi e al 5,9% (dall’8%) per i prossimi 24 mesi. Ci aspettiamo pertanto che i tassi di insolvenza siano al di sotto delle medie di lungo periodo nel periodo di previsione. Per la precisione, Moody’s calcola un tasso d’insolvenza cumulativo speculativo globale medio a lungo termine del 4,1% nell’arco di 12 mesi e dell’8,2% nel corso di 24 mesi. Il tasso di insolvenza medio su 25 anni per l’high yield statunitense, che rappresenta circa il 75% del nostro universo globale, è del 3,2%, secondo i dati di JP Morgan. La nostra previsione copre l’82% del benchmark globale e riflette l’analisi bottom-up condotta dal nostro team globale di ricerca sul credito high yield.
Principali fattori alla base delle nostre previsioni
Il miglioramento delle nostre previsioni principali è riconducibile al completamento di numerose operazioni di ristrutturazione e di esercizi di liability management (LME). Dalla nostra ultima analisi, si sono verificati otto default tradizionali e nello stesso periodo altri sei emittenti hanno completato operazioni di liability management (LME). Tra queste operazioni figurano diverse grandi emittenti globali, tra cui SFRFP (Altice France) e ARGID (Ardagh), che ne sono usciti con maggiori margini di manovra finanziaria.
Al di fuori del tema delle LME, manteniamo un approccio più prudente nei settori industriali di base e rileviamo un deterioramento in alcune delle strutture di capitale dei principali operatori del retail. Riteniamo che la riduzione dell’incertezza sui dazi sia generalmente favorevole.