Riassunto del video
Un numero record di persone si recherà alle urne nel 2024: assistiamo a livelli elevati di volatilità nei mercati.
Valutiamo quali saranno le possibili implicazioni delle vittorie di Trump e Biden alle elezioni statunitensi di novembre.
In Europa, i partiti di destra hanno guadagnato terreno nelle ultime elezioni, ma nonostante ciò non ci aspettiamo una crisi finanziaria.
I sondaggi suggeriscono una convincente vittoria dei laburisti alle prossime elezioni nel Regno Unito. Nonostante ciò, non prevediamo un grande impatto sui mercati o sulla politica monetaria del paese.
Il 2024 passerà alla storia come l’anno delle elezioni, con un numero record di persone che si recheranno alle urne. L’elevata concentrazione di elezioni ha, inoltre, provocato una volatilità record sui mercati, in particolare in Messico, India e Sudafrica. Più recentemente, la decisione del presidente francese Macron di indire nuove elezioni ha fatto crollare le obbligazioni e le azioni francesi, indebolendo l’euro. Al contrario, la decisione inaspettata del primo ministro Rishi Sunak di indire elezioni anticipate è passata quasi inosservata nei mercati inglesi. Con questo scenario, è opportuno considerare l’impatto delle prossime elezioni sui mercati europeo, inglese e americano.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le cui elezioni sono previste per novembre, si teme che la rielezione di Trump possa scatenare un’impennata dei rendimenti obbligazionari, sebbene lo consideriamo improbabile; piuttosto ci aspettiamo che Trump tagli le tasse e che aumenti le tariffe sulle importazioni statunitensi del 10% su tutta la linea. L’effetto netto sul deficit fiscale potrebbe essere modesto, mentre per quanto riguarda la politica monetaria, la Fed è indipendente e sebbene Donald Trump abbia espresso la sua intenzione di voler licenziare il presidente Powell, è improbabile che una tale mossa possa cambiare la politica reale. Vi è inoltre un forte consenso a favore degli accordi esistenti e non si chiede più alla Casa Bianca di esercitare un maggiore controllo sulla banca centrale, considerando anche la presenza di importanti barriere legali e di altro tipo.
Qualora Joe Biden dovesse venire rieletto, un fattore fondamentale sarà la composizione del Congresso. Infatti, gli sforzi di Biden per aumentare le tasse sono stati ostacolati dai Democratici moderati al Senato, molto efficaci nonostante la loro maggioranza risicata. Tuttavia, è importante considerare che molti dei moderati adesso presenti stanno per andare in pensione e i loro successori sono generalmente molto più di sinistra. Secondo una recente conferenza di Goldman Sachs, una vittoria netta dei Democratici potrebbe portare a cambiamenti politici significativi, tra cui un aumento dell’aliquota fiscale sulle società pari al 25%. Quali sono le probabilità che ciò accada? Dei 34 seggi del Senato in palio quest’anno, solo 5 sembrano destinati a passare di mano e 4 di questi sono detenuti dai Democratici, che devono riconquistare il controllo della Camera. Quindi, sebbene una vittoria netta dei Democratici grazie all’uso di politiche radicali rimanga una possibilità, non costituisce certamente lo scenario principale.
In Europa, le ultime elezioni si sono concluse con una significativa avanzata dell’estrema destra, che probabilmente tenterà di limitare il potere di Bruxelles, facendo numerosi passi indietro sulle politiche che riguardano cambiamento climatico e immigrazione. A livello nazionale, ci aspettiamo che i partiti di destra seguano l’esempio della Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, la quale si è gradualmente spostata verso il centro. In particolare, quasi tutti i partiti di destra in Europa hanno abbandonato i piani di uscita dall’UE, anche a seguito di quanto avvenuto nel Regno Unito, e la BCE rimane fortemente indipendente. A nostro avviso, l’acquisto all’impazzata dei bund tedeschi sembra esagerato e non ci aspettiamo una crisi finanziaria europea.
Nel Regno Unito, i sondaggi suggeriscono che i laburisti avranno una vittoria schiacciante. Il leader di partito, Keir Starmer, sembra essere moderato e prudente, con piani di spesa molto ambiziosi, in particolare per quanto riguarda gli investimenti, e probabilmente non vorrà attenersi ai piani di spesa irrealisticamente bassi dell’attuale governo nelle aree non protette. Nonostante le tasse siano quasi destinate ad aumentare, i laburisti hanno promesso di lasciare invariate le aliquote principali dell’imposta sul reddito, dell’assicurazione e dell’IVA. Riteniamo che il deficit fiscale stia comunque migliorando e l’economia del Regno Unito si sta riprendendo meglio di quanto ci si aspettasse. La modifica del modo in cui la Banca d’Inghilterra svuota il suo bilancio potrebbe generare molti miliardi per il Tesoro; ci aspettiamo, quindi, un grande impatto sui mercati e sulla politica monetaria del Regno Unito con un possibile rally dei Gilt.