- Quando l’economia subiva l’enorme shock sincronizzato del Covid-19 e le autorità reagivano con risposte politiche altrettanto vaste e sincronizzate, noi e la maggior parte dei nostri colleghi abbiamo ridotto notevolmente le nostre aspettative sulla crescita economica e degli utili societari per il 2020.
- Da allora, tre sviluppi hanno sconvolto nuovamente gli equilibri, questa volta avvantaggiando strumenti ciclici selezionati nell’ambito di un budget di rischio più neutrale: l’esito elettorale statunitense relativamente favorevole; le notizie di un numero di vaccini molto superiore alle previsioni e decisamente più efficaci di quanto atteso; e infine le contrazioni economiche nel 2020 rivelatesi meno gravi del previsto, che hanno portato alla formulazione di previsioni di ripresa economica e degli utili “a forma di V”.
- Abbiamo posto l’enfasi sull’ampliamento delle esposizioni
nei mercati azionari giapponesi e nei listini asiatici
emergenti, abbinate alle posizioni nelle azioni statunitensi.
Continuiamo inoltre a prediligere i mercati del credito;
con la normalizzazione degli spread stiamo in particolare
rafforzando le esposizioni in sterline e dollari nel credito
ad alto rendimento, che dovrebbe anche beneficiare di un
miglioramento del quadro ciclico e del proseguimento delle
politiche ultra-accomodanti. Queste sono le aree che a nostro
avviso dovrebbero offrire i migliori rendimenti corretti per il
rischio nei prossimi 12-18 mesi.
- Gli scenari di base di Columbia Threadneedle prevedono un tetto del 2% per i rendimenti statunitensi a 30 anni e dell’1% per quelli a 10 anni, il che dovrebbe creare condizioni favorevoli per rialzi più duraturi degli attivi di rischio.
Ne abbiamo fatta di strada, sia i mercati finanziari che noi, dai giorni cupi della primavera sino ai giorni più rosei (malgrado la
stagione) dell’inverno. A marzo, quando l’economia subiva l’enorme shock sincronizzato del Covid-191 e le autorità reagivano con
risposte politiche altrettanto vaste e sincronizzate, noi e la maggior parte dei nostri colleghi abbiamo ridotto notevolmente le nostre
aspettative sulla crescita economica e degli utili societari per il 2020.
Malgrado le misure di stimolo, lo shock a breve termine dovuto alle
“improvvise interruzioni” dell’attività economica si prospettava immane.
Abbiamo tuttavia anche aumentato significativamente la nostra esposizione
agli attivi rischiosi di elevata qualità nei fondi multi-asset, mantenendola sino
alla fine dell’estate e realizzando guadagni superiori alla media in aree che
presentavano forti squilibri di prezzo2 e apparivano adeguatamente posizionate
per beneficiare di politiche ultra-accomodanti, come la fascia alta delle
obbligazioni investment grade e le azioni di elevata qualità.
Abbiamo posto l’enfasi sull’ampliamento delle esposizioni nei mercati azionari giapponesi e nei listini asiatici emergenti, abbinate alle posizioni nelle azioni statunitensi. Continuiamo inoltre a prediligere i mercati del credito
Avvicinandoci a oggi, nei giorni più rosei di novembre, tre sviluppi hanno
sconvolto nuovamente gli equilibri, questa volta però avvantaggiando
strumenti ciclici selezionati nell’ambito di un budget di rischio più neutrale.
In primo luogo, l’esito elettorale statunitense relativamente favorevole, che ha
rimosso i rischi estremi, portando con sé un imprevisto sollievo sul versante
fiscale; in secondo luogo, le notizie di un numero di vaccini molto superiore
alle previsioni e decisamente più efficaci di quanto ci attendessimo noi e
la maggior parte dell’opinione pubblica; Infine, sviluppo certo non meno
importante degli altri, le contrazioni economiche nel 2020 rivelatesi meno
gravi del previsto, che hanno portato alla formulazione di previsioni di ripresa
economica e degli utili “a forma di V” in aree come Stati Uniti e Giappone,
mentre i mercati asiatici emergenti si sono lasciati rapidamente alle spalle
le turbolenze dovute al Covid-19. Quest’ultimo fattore potrebbe rivestire meno
importanza per gli investitori proiettati al futuro che guardano oltre la seconda
ondata del virus e l’inasprirsi delle misure di contenimento, ma pone le basi
per una ripresa più sostenibile.
Abbiamo posto l’enfasi sull’ampliamento delle esposizioni nei mercati azionari
giapponesi e nei listini asiatici emergenti, abbinate alle posizioni nelle azioni
statunitensi. Continuiamo inoltre a prediligere i mercati del credito; con la
normalizzazione degli spread stiamo in particolare rafforzando le esposizioni
in sterline e dollari nel credito ad alto rendimento, che dovrebbe anche
beneficiare di un miglioramento del quadro ciclico e del proseguimento
delle politiche ultra-accomodanti. Queste sono le aree che a nostro avviso
dovrebbero offrire i migliori rendimenti corretti per il rischio nei prossimi
12-18 mesi. Bisogna tuttavia confidare in tassi di sconto bassi per giustificare
le attuali quotazioni di mercato, malgrado i fattori positivi appena descritti.
Da un lato, la combinazione di titoli growth di qualità statunitensi e di titoli
ciclici di qualità asiatici ci consentirà di beneficiare della crescita degli utili
nel prossimo biennio. Tale crescita sarà particolarmente notevole in Asia,
caratterizzata da una leva operativa; inoltre da qui al 2022 gli utili dovrebbero
crescere a un tasso composto del 10% in Giappone e di oltre il 17% nei
mercati emergenti asiatici, a fronte degli stessi multipli prospettici nel Regno
Unito, dove gli utili dovrebbero aumentare dello 0,25%. L’Asia è avvantaggiata
anche da condizioni monetarie interne accomodanti. In Cina, l’impulso al
credito ha ad esempio appena superato i massimi del 2016 ed è a un soffio
dai livelli del 2012/13.3
Dall’altro lato, le valutazioni sono eque e il 40% dei mercati finanziari
attualmente si trova a più di una deviazione standard al di sopra delle medie
di lungo termine,4 uno dei principali motivi per cui siamo meno ottimisti
di quanto non fossimo a inizio anno sui profili di rischio e rendimento.
Le valutazioni degli indici azionari hanno raggiunto livelli stratosferici rispetto
ai loro valori storici in base a una serie di parametri, e lo yield-to-worst delle
obbligazioni societarie high yield è prossimo ai minimi assoluti. In altre parole,
i costi di finanziamento delle società sono estremamente convenienti.
nostri scenari di base prevedono un tetto del 2% per i rendimenti statunitensi a 30 anni e dell’1% per quelli a 10 anni, il che dovrebbe creare condizioni favorevoli per rialzi più duraturi degli attivi di rischio
Gli scenari di base di Columbia Threadneedle prevedono un tetto del 2%
per i rendimenti statunitensi a 30 anni e dell’1% per quelli a 10 anni, il che
dovrebbe creare condizioni favorevoli per rialzi più duraturi degli attivi di
rischio. Allo stesso tempo, un disancoramento dei rendimenti a più lungo
termine rappresenta uno dei rischi maggiori.
Figura 1: Panoramica dell’asset allocation con evidenziazione di recenti importanti modifiche
Fonte: Columbia Threadneedle Investments, 8 dicembre 2020.